L’infortunio all’anca patito dal due volte campione di Wimbledon ed ex numero 1 del mondo Andy Murray, ripropone la questione delle sollecitazioni dell’anca negli sport caratterizzati da bruschi spostamenti come il tennis.
Il campione scozzese non è l’unico ad aver patito questo problema nel circuito professionistico Atp, anche il suo collega australiano Lleyton Hewitt ha cessato l’attività agonistica per lo stesso motivo.
Andy Murray è stato sottoposto recentemente ad un artroscopia dell’anca nella speranza che ciò possa consentirgli di riprendere gli allenamenti non soffrendo più dei dolori che fino ad oggi lo hanno tormentato.
Purtroppo la sua aspettativa è stata disattesa e proprio in una conferenza stampa durante gli Open Australia, attualmente in corso a Melbourne, ha annunciato il suo ritiro dall’attività agonistica.
Sfortunatamente più che di infortunio per il tennista scozzese si può parlare di una vera e propria malattia dell’anca (nella maggioranza dei casi è così). Ed essa, anche nella sua fase iniziale, può degenerare rapidamente in una vera e propria artrosi, e quest’ultima oggi trova una soluzione drastica solo con l’applicazione di una protesi.
Tutto ciò ovviamente non può essere preso in considerazione come trattamento per un atleta professionista ma resta una eccellente soluzione per tutti gli altri pazienti. La ripresa di una attività sportiva è ormai consuetudine per una sempre maggiore richiesta da parte di pazienti sempre più giovani.
Nuovi materiali e nuovi accessi chirurgici mini invasivi consentono oggi il passaggio tra le fibre muscolari senza inciderle o tagliarle, ciò permette di recuperare completamente il proprio stile di vita e le proprie abitudini sportive.
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