Molti pazienti sono incuriositi da questi particolari caschi che utilizziamo durante gli interventi di protesi d’anca mininvasiva anteriore. Lo facciamo praticamente da quando abbiamo iniziato il nostro percorso chirurgico su questo accesso ma la loro notorietà si è innalzata durante il periodo del COVID in quanto il loro uso veniva spesso associato a situazioni legate al virus. Non è così.
La sterilità nella chirurgia è imprescindibile. Le procedure devono avvenire seguendo protocolli molto rigidi per evitare ogni possibile contaminazione del campo. Con il passare degli anni l’evoluzione dei dispositivi medici a tale riguardo si è molto sviluppata. Fino ad arrivare al consueto uso di questi particolari caschi che hanno una volta per tutto isolato l’unico aspetto meno sterile nelle vicinanze del paziente, il volto del chirurgo.
Ma non è solo per proteggere il paziente da eventuali contaminazioni provenienti dal volto del chirurgo bensì anche il contrario, cioè proteggere il chirurgo delle medesime azioni provenienti dal paziente. Questi caschi sono molto utili quando si operano pazienti con malattie come AIDS o epatite C, la loro difesa protegge chirurgo lasciandolo concentrato esclusivamente sulla sua azione operatoria.
Ci avvaliamo di questi accessori da molti anni e il loro uso per noi è diventato consuetudinario. Sono provvisti di batterie per l’autonomia di ventilazione di circa 120 minuti, sono particolarmente leggeri e le visiere sono dotate di pellicole a strappo analoghe a quelle utilizzate dai piloti delle competizioni automobilistiche e motociclistiche per poter rendere immediatamente pulita la visiera.
Sono dotati inoltre e di una luce posizionata all’altezza della fronte, molto utile negli interventi di chirurgia mininvasiva anteriore dove la finestra dell’accesso chirurgico è particolarmente ridotta. Occorre sottolineare comunque che è una buona visibilità durante l’intervento è fondamentale anche con accessi chirurgici più ampi poiché spesso la luce proveniente dalle lampade scialitiche presenti in sala operatoria non è sufficientemente focalizzata nella zona interessata dall’intervento.



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