Innovazione | Accesso anteriore all’anca, chirurgia robotica o navigata

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L’esito clinico e la longevità degli impianti protesici di anca e ginocchio dipendono da fattori chirurgici, di impianto e soprattutto dagli stessi pazienti. La posizione dell’impianto è molto importante e contribuisce alla sua sopravvivenza e funzionalità clinica.

Posizionamento delle componenti nella protesi d’anca, determina la lunghezza finale della gamba e l’arco di movimento dell’intera articolazione. Da studi effettuati è risultato che i mal posizionamenti innalzano i tassi di usura delle componenti e favoriscono rischi di impingement e lussazione.

Nell’ultimo decennio sono stati introdotti sistemi di navigazione assistita e sistemi robotici per facilitare il posizionamento intra-operatorio degli impianti. I sistemi robotici richiedono una TAC pre-operatoria per creare una mappa dell’anatomia del paziente.

I sistemi attivi dirigono il posizionamento dello strumento del chirurgo mentre i robot chirurgici semi-attivi creano confini predefiniti per la preparazione ossea. Sebbene questi sistemi abbiano dimostrato una maggiore precisione nel posizionamento dei componenti, hanno un costo iniziale elevato e aumentano la durata dell’intervento.

Essi sono stati dedicati inizialmente alla chirurgia del ginocchio che per le sue peculiarità gode di maggiori benefici potendo usufruire di una guida robotica. Questo perché differentemente dall’anca, l’anatomia stessa del ginocchio (la sua forma) offre meno punti di riferimento.

Per che ciò che riguarda invece i sistemi di navigazione, essi sono sempre passivi, funzionano guidando visivamente il chirurgo lungo le fasi dell’impianto ma non intervengono attivamente sulla direzione dei gesti del chirurgo.

Queste sono allo stato attuale le tecnologie che assistono il chirurgo nel posizionamento degli impianti. Altro discorso sono gli accessi chirurgici che negli ultimi anni esentato probabilmente il più grande passo avanti fatto da chirurgia ortopedica soprattutto dell’anca.

In particolar modo l’ultimo decennio appena concluso ha visto l’affermazione dell’accesso mininvasivo anteriore all’anca. Per la verità anche nei primi anni 10 del 2000, in Europa alcuni centri d’eccellenza di chirurgia dell’anca, come quello del CTO di Roma diretto dal Prof. Germano Cammarano ed ora dal suo successore il Prof. Marco De Peppo, hanno con forza sostenuto questa via chirurgica suffragata da migliaia di casi già operati a partire dai primi anni del 2000.

Ad oggi probabilmente tra tutte le novità che si sono viste negli ultimi 20 anni di sviluppo di quella che oggi viene considerata la chirurgia ortopedica di maggior successo, la protesi d’anca con l’accesso mininvasivo anteriore rappresenta una splendida realtà che conta decine di migliaia di pazienti operati con successo in tutto il mondo.

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Per la Divisione di Ortopedia Generale del CTO di Roma diretta dal Dott. Germano Cammarano, la protesica d’anca con accesso mininvasivo anteriore è una realtà suffragata da migliaia di pazienti operati con successo.

Prima struttura in Italia a utilizzarla sin dal 2003

Prima struttura in Italia per numero di pazienti operati

Primo centro di riferimento in Italia dal 2003

 Chirurgia mini invasiva, nuove tecnologie ed una grande esperienza maturata in tanti anni di casi comportano vantaggi concreti. Vieni a conoscerli di persona.

 

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Il Dr Cammarano a sinistra, e il Dr De Peppo

Per visite in STUDIO a ROMA chiamare:

Dott. G. Cammarano +39 329 1214372 – ARS MEDICA 06 362081

Dott. M. de Peppo +39 329 1214439 – ARS MEDICA 06 362081

Per visite al CTO di ROMA chiamare:

CUP regionale 06 9939

protesidanca.net

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