Tornare liberi di muoversi e ballare. Cosa chiedere di più alla propria vita dopo un intervento di protesi d’anca Mininvasiva Anteriore? Ce lo racconta Alessia che a 50 anni ha recuperato pienamente il proprio stile di vita e condivide con noi e chi ci segue le sensazioni di un risveglio felice libero dai dolori che la affliggevano. Tornare al movimento ed a una vita piena deve essere una esperienza meravigliosa e chi meglio di un paziente può raccontarla? Grazie Alessia per il tuo contributo che sarà certamente prezioso per chi come te dovrà affrontare questo percorso.
Migliaia sono le persone che dal 2003 si sono sottoposte ad un intervento di protesi d’anca con accesso mininvasivo anteriore affidandosi alla nostra èquipe. Abbiamo pensato di raccogliere qui alcune loro testimonianze in modo da soddisfare coloro che hanno il piacere di ascoltare dalla loro viva voce le impressioni “a caldo”. La testimonianza di un paziente vale più di 1000 parole.
Alessandra
Antonio
Pietro | Anestesista
Cinzia | Allenarsi nella corsa a 1 anno dall’intervento
Cinzia corre la Race for the Cure a 11 mesi dall’intervento!
Migliaia sono le persone che dal 2003 si sono sottoposte ad un intervento di protesi d’anca con accesso mininvasivo anteriore affidandosi alla nostra èquipe. Abbiamo pensato di raccogliere qui alcune loro testimonianze in modo da soddisfare coloro che hanno il piacere di ascoltare dalla loro viva voce le impressioni “a caldo”. La testimonianza di un paziente vale più di 1000 parole.
Alessandra
Antonio
Pietro | Anestesista
Cinzia | Allenarsi nella corsa a 1 anno dall’intervento
Cinzia corre la Race for the Cure a 11 mesi dall’intervento!
Una serie di teste del femore appena rimosse dal paziente. Si notano gli evidenti segni di usura dell’osso dovuti all’assenza di cartilagine degeneratasi in conseguenza all’artrosi
Sono più di 4 milioni gli italiani che soffrono di artrosi, vale a dire il 12% della popolazione. Si tratta di una malattia cronica, caratterizzata da una progressiva degenerazione di tutta l’articolazione che ne è interessata.
L’artrosi non fa distinzioni: può interessare in egual misura sia uomini che donne, giovani e meno giovani. Nella comparsa dell’artrosi, in particolare agli arti inferiori, gioca un ruolo chiave l’obesità. Perché crea un sovraccarico, soprattutto sulle articolazioni di anca, ginocchio, piede.
Chi ha l’artrosi ha maggiore difficoltà nella mobilità, e anche per questo fa meno attività fisica. Così si innesca un circolo vizioso, dannoso per il benessere in generale.
L’artrosi inizia sempre con sintomi lievi, e, se trascurati, portano gradualmente alla deformazione e poi alla degenerazione della cartilagine, delle ossa, dei tendini e dei muscoli interessati.
Basterebbe trattarla tempestivamente, quando si presentano le prime avvisaglie, adottando innanzitutto uno stile di vita diverso da quello condotto fino a quel momento.
Non esiste a tutt’oggi un rimedio per poter rigenerare la cartilagine ma d’altronde basta osservare come appare all’occhio nudo una testa del femore artrosica per rendersene conto.
Il consumoprogressivo della cartilagine del cotile e della testa provoca l’esposizione del tessuto osseo da ambo i lati dell’articolazione dell’anca, la conseguenza è lil reciproco sfregamento osseo delle superfici con annesso dolore e limitazione articolare.
Evidenziata dal cerchio si nota la zona dove la cartilagine è scomparsa. L’osso appare alla vista levigato dal prolungato sfregamentodiretto con l’osso anch’esso scoperto della cartilagine acetabolare. In queste condizioni non è più possibile alcun trattamento se non la sostituzione protesica dell’anca.
La prevenzione è sempre l’arma migliore anche perché si può limitare l’uso, che spesso diventa abuso, di antinfiammatori e antidolorifici che possono avere effetti collaterali nel lungo periodo sullo stomaco e sui reni.
È importante infine che i muscoli lavorino, perché sono essenziali nel coadiuvare la funzione dell’articolazione nel movimento. Se i muscoli non sono allenati, si lascia al solo scheletro il compito di muoverci e questo ha un costo sulle articolazioni.
E’ evidente quindi che successivamente ad un eventuale intervento di sostituzione protesica dell’anca sia fondamentale la preservazione di tutto l’apparato muscolare dell’articolazione. Ciò è oggi possibile grazie all’accesso anteriore mininvasivo all’anca.
Con questo tipo di chirurgia, si passa attraverso i muscoli senza inciderli o staccarli con la conseguenza di accelerare enormemente il recupero post operatorio e risparmiare oltre al dolore anche eccessive perdite ematiche.
Maria Teresa parla delsuo intervento e trasmette emozioni. Un racconto coinvolgente che solo chi ha avuto un’esistenza difficile, passata attraverso il dolore di una guerra civile e la fuga dalla propria terra, sa trasmettere.
Per i pazienti di lingua francese, Maria Teresa ci ha concesso di ripetere il suo racconto nella sua lingua madre.
Sergio, dirigente della pubblica amministrazione e sportivo non agonista. A causa di una grave artrosi all’anca sinistra con necrosi della testa femorale evidenziatasi solo 12 mesi prima di questa intervista, ha visto ridursi drasticamente la prospettiva di tornare al piacere di muoversi liberamente.
Eccolo a due mesi dal primo intervento di protesi d’anca mini invasiva, raccontarci le sue impressioni e cosa si prova a riassaporare il piacere di tornare a muoversi liberamente.
Sergio a due mesi dal primo intervento
Di seguito l’intervista di Sergio a 2 mesi dal secondo intervento di protesi d’anca mininvasiva anteriore:
Sergio, 60 anni, corre a 2 mesi dalla seconda protesi d’ancaIl Dr Cammarano a sinistra, e il Dr De Peppo
E’ possibile tornare a correre e fare sport dopo la protesi d’Anca Mininvasiva Anteriore? Chiedetelo a Cinzia. In questo video ci aggiorna sui suoi allenamenti a 6 mesi dal secondo intervento di febbraio 2023. Si allena con target distanza a 8,5 km per poi riprendere le gare a fine 2023.
Sentirsi in forma è una condizione fondamentale sia prima che dopo l’intervento. Ridurre il peso in eccesso in vista di un intervento di protesi d’anca mininvasiva contribuisce enormemente ad una ripresa ancora più rapida rendendo questa esperienza ancora più gratificante.
Migliaia sono le persone che dal 2003 si sono sottoposte ad un intervento di protesi d’anca con accesso mininvasivo anteriore affidandosi alla nostra èquipe. Abbiamo pensato di raccogliere qui alcune loro testimonianze in modo da soddisfare coloro che hanno il piacere di ascoltare dalla loro viva voce le impressioni “a caldo”. La testimonianza di un paziente più di 1000 parole.
Alessandra
Antonio
Pietro | Anestesista
Cinzia | Allenarsi nella corsa a 1 anno dall’intervento
Cinzia corre la Race for the Cure a 11 mesi dall’intervento!
Prima struttura in Italia per numero di pazienti operati
Primo centro di riferimento in Italia dal 2003
Il Dr Cammarano ed il Dr De Peppo sono oggi titolari di una ragguardevole esperienza maturata in 20 anni di casistica che premia chi sin dalle origini ha creduto che le nuove frontiere della protesica dell’anca dovessero innanzi tutto aiutare aridurre al minimo i danni ai tessuti molli.
L’accesso mininvasivo anteriore all’anca. Dal 2003 a Roma una realtà affermata.
Per il Dott. G. Cammarano ed il Dott. M. de Peppo, la protesica d’anca con accesso mininvasivo anteriore è una realtà suffragata da migliaia di pazienti operati con successo.
Primi in Italia a utilizzarla sin dal 2003
Prima struttura in Italia per numero di pazienti operati
Primo centro di riferimento in Italia dal 2003
L’equipe, che opera da sempre a Roma è oggi custode di una ragguardevole esperienza che premia chi sin dalle origini ha creduto che le nuove frontiere della protesica dell’anca dovessero innanzi tutto aiutare a ridurre al minimo i danni ai tessuti molli.
Da quando nell’ormai lontano 2003, per primi in Italia e tra i pochi al mondo, abbiamo deciso di intraprendere questo nuovo percorso, l’accesso mininvasivo anteriore all’anca è sempre cresciuto in popolarità.
Abbiamo visto affermarsi tra i pazienti questo nuovo approccio sempre di più e con orgoglio oggi possiamo dire che il merito di questa straordinaria storia di successo è anche il nostro.
Ci siamo fatti spazio attraverso i due approcci più utilizzati (laterale e postero-laterale) non senza la diffidenza che normalmente circonda chi si spinge verso nuove stradespostando più in avanti i propri limiti.
La “mini anteriore”è una via anatomica che sfrutta l’interstizio tra i muscoli sartorio e retto femorale (medialmente) ed il tensore della fascia lata (lateralmente) per accedere all’anca, senza inciderli o staccarli.
Passare tra i muscoli senza inciderli o staccarli
Ogni altro accesso chirurgico all’anca, laterale (freccia azzurra) o postero-laterale (freccia verde) necessita l’incisione o il distacco delle inserzioni muscolari.Un passaggio anatomico inter-muscolare consente invece a chi pratica la mininvasiva anteriore di lavorare sull’anca senza effettuare alcun distacco o incisione. Tutto questo grazie anche all’impiego di nuovi impianti protesici e strumentari specifici.
Il risultato è una immediata ripresa funzionale e la consapevolezza di avere al loro posto integre, tutte le strutture muscolo-tendinee dell’articolazione. Questo protegge il paziente dal rischio di lussazione insito negli interventi di artroprotesi d’anca e accelera di conseguenza il recupero post-operatorio.
Chirurgia mini-invasiva, nuove tecnologie ed una grande esperienza maturata in tanti anni di casi comportano vantaggi concreti. Vieni a conoscerli di persona.