Si potrebbe parlare di una nuova tendenza ma semplicemente sono sempre più giovani i pazienti che si sottopongono all’intervento di protesi d’anca mininvasiva anteriore. Questo grazie al grande follow-up che vede la protesi d’anca in cima agli interventi di maggior beneficio per il paziente che soffre di artrosi.
Si ritiene infatti che la protesi d’anca sia in assoluto l’intervento di maggior successo tra tutti gli interventi ortopedici negli ultimi trent’anni. Sono migliaia i pazienti operaio ogni anno e grazie a nuovi materiali e strumentari dedicati agli accessi chirurgici mininvasivi, i tempi di recupero ed il ritorno alla vita quotidiana sono paragonabili a quelli convenzionali.
Scegliere quindi di ritornare al movimento o fare sport è una naturale tendenza o prerogativa di quest’ultima generazione di pazienti. Vedere per credere…
Contenere il peso entro certi limiti non solo è un’ottima premessa all’esecuzione dell’intervento ma facilita molto la ripresa del movimento.
Un paziente con un pesosottocontrollo ha meno difficoltà a riprendere tutti quei movimenti cui non è più abituato a causa del dolore che ne ha limitato l’esecuzione per molto tempo.
Tornare liberi di muoversi è una grandiosa esperienza, rendiamo ancora più speciale e controllando il nostro peso fino al giorno dell’intervento.
Perché scegliere l’accesso mininvasivo anteriore?
Spesso i pazienti chiedono quale sia la terapia di riabilitazione post-operatoriarelativa all’accesso anteriore mininvasivo e successivamente quali possano essere le attivà sportive compatibili o più semplicemente entro quali limiti si possa praticare del movimento.
Le caratteristiche peculiari dell’accesso mininvasivo anteriore, ovvero passare il tra i muscoli senza inciderli o staccarli, facilitano la ripresa del movimento poiché l’assenza di danno muscolare consente a tutti i muscoli dell’anca di partecipare attivamente alla ripresa del movimento senza ostacolarne il processo grazie all’assenza di dolore.
Non sarà necessario limitare alcuni movimenti per evitare il rischio di lussazioni poiché grazie alla integrità di tutti i muscoli coinvolti nei movimenti dell’anca questo pericolo non esiste.
Inoltre la natura stessa dell’accesso, situato sul latoanteriore, previene questa evenienza poiché neimovimenti di flessione, ovvero quando ci si accuccia o ci si siede, l’escursione di movimento dell’anca volge verso i glutei, zona assolutamente non interessata dall’intervento.
Il passaggio anatomico inter-muscolare caratteristico della mininvasiva anteriore consente di lavorare sull’anca senza effettuare alcun distacco o incisione e ciò permette al paziente di poter contare sull’integrità dei motori muscolari, questo a vantaggio di tutti i movimenti e di attività sportive eventualmente praticate.
La via inter-muscolare
L’accesso chirurgico mininvasivo anterioreè una via anatomica che sfrutta l’interstizio tra i muscoli sartorio e retto femorale (medialmente) ed il tensore della fascia lata (lateralmente) per accedere all’anca, senza inciderli o staccarli.
Passare tra i muscoli senza inciderli o staccarli
Ogni altro accesso chirurgico all’anca, laterale (freccia azzurra) o postero-laterale (freccia verde) necessita l’incisione o il distacco delle inserzioni muscolari.Un passaggio anatomico inter-muscolare consente invece a chi pratica la mininvasiva anteriore di lavorare sull’anca senza effettuare alcun distacco o incisione. Tutto questo grazie anche all’impiego di nuovi impianti protesici e strumentari specifici.
Il risultato è una immediata ripresa funzionale e la consapevolezza di avere al loro posto integre, tutte le strutture muscolo-tendinee dell’articolazione. Questo protegge il paziente dal rischio di lussazione insito negli interventi di artroprotesi d’anca e accelera di conseguenza il recupero post-operatorio.
Chirurgia mininvasiva, nuove tecnologie ed una grande esperienza maturata in tanti anni di casi comportano vantaggi concreti. Vieni a conoscerli di persona.
Si potrebbe parlare di una nuova tendenza ma semplicemente sono sempre più giovani i pazienti che si sottopongono all’intervento di protesi d’anca mininvasiva anteriore. Questo grazie al grande follow-up che vede la protesi in cima agli interventi di maggior beneficio per il paziente che soffre di artrosi dell’anca.
Si ritiene infatti che la protesi d’anca sia in assoluto l’intervento di maggior successo tra tutti gli interventi ortopedici negli ultimi trent’anni. Sono migliaia i pazienti operaio ogni anno e grazie a nuovi materiali e strumentari dedicati agli accessi chirurgici mininvasivi, i tempi di recupero ed il ritorno alla vita quotidiana sono paragonabili a quelli convenzionali.
Scegliere quindi di ritornare al movimento o fare sport è una naturale tendenza o prerogativa di quest’ultima generazione di pazienti. Vedere per credere…
Una richiesta funzionale sempre più elevata dovuta anche ad una abbassamento dell’età media dei pazienti operati, vede sempre più innalzarsi la pratica sportiva dopo la protesi.
Riprendere il movimento contribuisce certamente ad un rapido percorso riabilitativo. Si è riscontrato inoltre che la pratica sportiva viene spesso intrapresa anche da coloro che precedentemente all’intervento non erano particolarmente dediti al movimento.
Tornare a fare sport significa rinforzare la muscolatura, la propriocezione e prevenire eventuali traumi accidentali.
In definitiva, sia per gli sportivi che non, dopo l’intervento di protesi d’anca mini invasiva anteriore e sicuramente è consigliata una certa attività motoria.
I risultati non tardano a farsi vedere per la nostra soddisfazione ma tutto quella del paziente!
Roma, 19 gennaio 2020 |La Corsa di Miguel si conferma la 10 mila metri con il numero di partecipanti più alto in Italia.
Da lacorsadimiguel.it | Era la notte tra l’8 e il 9 gennaio 1978a Buenos Aires quando un Ford Falcon nero si fermò davanti a una casa dov’era esposta una bandiera dell’Argentina. Uno squadrone paramilitare al servizio della dittatura militare che dal 1976 al 1983 ha terrorizzato il paese sudamericano, fece irruzione in casa Sanchez e portò via Miguel, 25 anni, senza ragione. Come accadde ad altre trentamila persone circa, i tristemente famosi desaparecidos di cui nessuno ha più avuto notizie. Miguel era diventato un grande appassionato di maratone e aveva scritto una bellissima poesia intitolata “A te atleta”.
Diversi anni dopo un giornalista romano della Gazzetta dello sport, Valerio Piccioni, in un viaggio in Argentina è venuto a conoscenza della storia di Miguel ed ebbe l’idea di realizzare un evento che ricordasse la figura dell’uomo Miguel, la sua storia di atleta, la sua storia di uomo che ha sacrificato la vita per un ideale di libertà. Così la Corsa di Miguel, che oggi si corre anche a Buenos Aires, a Bariloche (Argentina), a Barcellona in Spagna, negli Stati Uniti e a L’Aquila dal 2009, è diventata un simbolo: si corre per riaffermare il principio che la libertà individuale di ogni uomo è un diritto inalienabile.
In gara anche quest’anno la nostra atleta Cinzia Turnaturiche corre a due anni e mezzo dall’intervento di protesi d’anca con tecnica mini invasiva anteriore. Eccellente la sua prestazione come lei stessa ci riassume: “12ma di categoria (!!! ndr) su 114 e 443ma assoluta su 2604 totali. Tempo 51’15” con un miglioramento di 1 minuto sul mio miglior tempo post protesi e oltre 2′ e mezzo sulla stessa gara dello scorso anno. Non felice, strafelice”.
Che dire, ci associamo alla sua grande soddisfazione e non mancheremo di testimoniare altre sue imprese come questa.
La nostra Cinzia continua a correre ed aggiornarci sui suoi risultati (ultima gara romana il 17 novembre scorso: 10km in 52’15” 6a di categoria! ndr). Come spesso ci capita di raccontare molti sono i pazienti che ci chiedono se sarà loro possibile riprendere una attività sportiva dopo l’intervento protesi d’anca mini invasiva anteriore.
La risposta a questa domanda ce la racconta Cinzia che con la sua testimonianza ci dimostra quanto, nella chirurgia protesica dell’anca, nuovi materiali e strumentari assieme a nuovi approcci chirurgici mini invasivi consentono a chi pratica sport di riprendere con entusiasmo una vita attiva e ricca di nuove soddisfazioni.
Molte sono le manifestazioni podistiche romane e l’Appia Run e la Race 4 The Cure sono tra gli eventi più popolari per l’ampia partecipazione anche del pubblico non agonista. Tra questi partecipanti ovviamente non può mancare la nostra Cinzia che non smette mai di stupire con i suoi risultati ed i suoi tempi!
Da quando è stata operata di protesi d’anca con accesso mininvasivo anteriore ha ripreso a correre e non si è più fermata puntando i suoi obiettivi a livelli sempre più alti. La vedremo presto in una nuova intervista in occasione della Race 4 The Cure 2019 dove ci racconterà i suoi progetti e metterà a disposizione la sua esperienza a tutti coloro che desiderano tornare a fare sport dopo l’intervento di protesi d’anca.
Andy Murray, in doppio, sta ritrovando a Wimbledon, si sta divertendo ormai libero dal dolore all’anca operata all’inizio dell’anno. Murray e Herbert hanno superato il primo turno ma poi hanno dovuto cedere in quattro set alla coppia croata Mektic/Skugorper (6-7(4) 6-4 6-2 6-3).
“Abbiamo giocato contro un’ottima coppia” ha detto poi Murray. “Sono stati numero 5/6 del mondo”.
Ma non finisce qui, “Sir Andy” scende nuovamente in campo, questa volta nel misto assieme alla sette volte campionessa dei Championships Serena Williams. Un esordio positivo per i due ex n. 1 ATP e WTA, che non hanno avuto alcun problema contro Mies/Guarachi (6-4 6-1 lo score). Al prossimo turno sfideranno la coppia franco-americana Martin/Atawo.
Andy gioca rilassato e libero dallo stress che il dolore all’anca gli ha lungamente procurato. La ripresa al movimento dopo la protesi d’anca del tennista scozzese non fa che confermare quanto oggi siano più ampie le richieste funzionali dei pazienti che sempre più giovani si presentano al chirurgo con chiare e piuttosto ambiziose aspettative di recupero.
Va di certo tenuto presente che il caso di Andy Murray resta una eccezione rispetto alla norma. Si tratta di un paziente in perfette condizioni muscolari e lungamente abituato a sottoporsi con disciplina ad intenso esercizio fisico.
In generale resta comunque evidente che negli ultimi anni, nuovi materiale e l’evoluzione degli accessi mini invasivi all’anca consentono ai pazienti recuperi in tempi record se paragonati a ciò che la medicina poteva loro offrire fino alla fine degli anni ’90.
(Fonte Ubitennis) Ad annunciarlo è stato il torneo stesso tramite un tweet, che riportava anche una nota dello stesso Murray. “Sono davvero emozionato di tornare a giocare per la prima volta dopo l’intervento. Il Queen’s è sempre stato un posto speciale per me ed è il luogo perfetto per il mio ritorno. Qui ho vinto il mio primo match ATP, il mio primo torneo in Gran Bretagna e sull’erba. In assoluto è stato il torneo dove ho avuto più successo (5 titoli).Non sono ancora pronto per tornare in singolare, ma sono senza dolore da qualche mese. Ho fatto buoni progressi in allenamento e questo è il prossimo passo sulla via del ritorno nel circuito“.
Cautamente ottimista lo scozzese. L’operazione chirurgica all’anca dopo l’Australian Open e dopo i consigli di Bob Bryan (anch’egli operato), sembra aver dato nuova linfa a Murray. A inizio anno Andy aveva dichiarato in un intervista al The Times London che uno dei suoi sogni è quello di poter giocare fino a che la maggiore delle sue figlie (Sophia) non sarà in grado di vederlo. “Mi piacerebbe davvero. Questa è una delle cose che mi motiva a continuare a giocare“. Forse il match perso in cinque set contro Roberto Bautista Agut a Melbourne non rimarrà il suo canto del cigno.
Sono ormai cronaca quotidiana interventi di chirurgia dell’anca di personaggi famosi come attori o addirittura sportivi professionisti come il tennista Andy Murray. Si sta di conseguenza diffondendo il concetto che oggi sia possibile ritornare ad assaporare una vita piena e ricca di movimento una volta superata la terribile fase del dolore che accompagna la malattia dell’anca.
Effettivamente oggi si può dire che grazie a nuove tecnologie e materiali dedicati ed inoltre all’evoluzione della chirurgia mininvasiva anteriore, le patologie dell’anca trovano nella soluzione protesica, la risposta che soddisfa appieno la stragrande maggioranza delle richieste di una nuova generazione di pazienti sempre più giovani ed esigenti.
Domenica19 maggio si è svolta la Race for The Cure 2019, ci eravamo dati appuntamento per filmare questa ennesima impresa della nostra atleta Cinzia Turnaturi (operata nel 2017 di protesi d’anca con accesso mini invasivo anteriore ndr) ma le condizioni meteorologiche di questa pazza primavera non ce l’hanno permesso.
Ma l’appuntamento è solo rinviato ad una delle numerose competizioni alle quali Cinzia parteciperà. Intanto ecco il risultato cronometrico della R4TC di domenica scorsa dalle parole della stessa protagonista:
Sono arrivata 7a di categoria su 43donne tempo 25’36” però il GPS mi dava 5,143 km. Se così fosse l’avrei fatta a 5 minuti a km che era quello che mi aspettavo. Sono stata brava! Sopratutto a non cadere perché era scivoloso! Come classifica assoluta sono arrivata 101su 427 donne. Non male!
E noi ci associamo ai complimenti per questi magnifici risultati e ci diamo appuntamento alla prossima gara, tempo permettendo!!! Restate in contatto!
Passare tra i muscoli senza inciderli o staccarli
Protesi d’anca mini invasiva anteriore
A Roma dal 2003 il primo centro d’Eccellenza in Italia
Èpossibile correre con una protesi d’anca? Molti si pongono questa domanda e di conseguenza riceviamo molte richieste di informazioni su questo argomento.
Riprendere una vita attiva o addirittura poter riprendere le proprie attività sportive preferite è un traguardo è sempre più frequente.
Occorre sottolineare che come in ogni circostanza delle attività umane e anche la chirurgia dell’anca stabilendo un cambio generazionale.
Una nuova generazione di chirurghi si affaccia alla professione usufruendo di tecnologie fino a qualche tempo fa considerate ambiziose.
Si accompagnano a questi professionisti nuove generazioni di pazienti sempre più giovani e con una sempre più alta richiesta funzionale.
Sono ormai cronaca quotidiana interventi di chirurgia dell’anca di personaggi famosi come attori o addirittura sportivi professionisti come il tennista Andy Murray.
Si sta di conseguenza diffondendo il concetto che oggi è possibile ritornare ad assaporare una vita piena e ricca di movimento una volta superata la terribile fase del dolore che accompagna la malattia dell’anca.
Effettivamente oggi si può dire che grazie a nuove tecnologie e materiali dedicati ed all’evoluzione della chirurgia mininvasiva, le patologie dell’anca trovano nella soluzione protesica, la risposta che soddisfa appieno la stragrande maggioranza delle richieste di una nuova generazione di pazienti sempre più giovani ed esigenti.