Il campione inglese Andy Murray ha battuto al primo turno degli Australian Open 2023 Matteo Berrettini in una partita estenuante cominciata in svantaggio di due set a zero per l’italiano e poi rimontata fino al drammatico 5° set perso al tie-break.
Ma la notizia forse ancora più particolare, perché una sconfitta ci può stare contro Murray, è che l’inglese gioca con una protesi d’anca. E non è il solo, anche uno dei fratelli Bryan (ex coppia numero del doppio) è stato operato e fu proprio lui a consigliarlo quando Andy soffriva di forti dolori all’anca e meditava di smettere di giocare.
Bene, sono passati 4 anni dall’intervento ed eccolo qua, ancora a combattere in campo per una strepitosa vittoria. Negli ultimi anni le nuove tecnologie, nuovi materiali unitamente ad accessi mininvasivi come quello anteriore, hanno spostato molto in avanti i livelli del recupero funzionale.
Certo nella prospettiva di un intervento non dobbiamo prendere uno sportivo professionista come Murray come parametro ma tornare a vedere all’orizzonte una vita piacevole e ricca di movimento è la realtà dei fatti. Basta ascoltare la testimonianza dei nostri pazienti per rendersene conto.
Spesso i pazienti ci chiedono quale sia la terapia di riabilitazione post-operatoria relativa all’accesso anteriore mininvasivo e successivamente quali possano essere le attività sportive compatibili o più semplicemente entro quali limiti si possa praticare del movimento.
Che dire, negli ultimi10 anni abbiamo potuto assistere ad una crescitaesponenziale delle attivitàsportiveamatoriali praticate dai nostri pazientioperati e più che consigliare noi quale sia la pratica più idonea a ciascuno di loro è più semplice che ascoltino le esperienze di chi li ha preceduti dalla loro viva voce. Ecco perché riassumiamo nella pagina delle testimonianze ogni commento che possa essere utile a questa ed altre cause.
Le caratteristiche peculiari dell’accesso mininvasivo anteriore, ovvero passare il tra i muscoli senza inciderli o staccarli, facilitano la ripresa del movimento poiché l’assenza di danno muscolare consente a tutti i muscoli dell’anca di partecipare attivamente alla ripresa del movimento senza ostacolarne il processo grazie all’assenza di dolore.
Si potrebbe parlare di una nuova tendenza ma semplicemente sono sempre più giovani i pazienti che si sottopongono all’intervento di protesi d’anca mininvasiva anteriore. Questo grazie al grande follow-up che vede la protesi in cima agli interventi di maggior beneficio per il paziente che soffre di artrosi dell’anca.
Si ritiene infatti che la protesi d’anca sia in assoluto l’intervento di maggior successo tra tutti gli interventi ortopedici negli ultimi trent’anni. Sono migliaia i pazienti operaio ogni anno e grazie a nuovi materiali e strumentari dedicati agli accessi chirurgici mininvasivi, i tempi di recupero ed il ritorno alla vita quotidiana sono paragonabili a quelli convenzionali.
Scegliere quindi di ritornare al movimento o fare sport è una naturale tendenza o prerogativa di quest’ultima generazione di pazienti. Vedere per credere…
Chi l’avrebbe mai detto? Fino a poco tempo fa la protesi d’anca era appannaggio di pazienti certamente non molto giovani e attivi ma negli ultimi vent’anni nuovi materiali e nuovi accessi chirurgici come quello Mininvasivo Anteriore abbiamo alzato molto la richiesta funzionale e abbassato di pari passo l’età media del paziente.
Di conseguenza non è insolito osservare giovanipazienti affrontarsi nello sport in generale o divertirsi in una partita a Padel come nel nostro caso Michele e Alfredo. Il primo operato nel 2020 all’anca ed il secondo operato nel 2022 ad entrambe le anche.potremmo anche dire di aver fatto il record mettendo insieme due pazienti come loro con in totale tre protesi d’anca in campo!
I vantaggi dell’Accesso Mininvasivo Anteriore
Ma non sono i record i nostri obiettivi, bensì la soddisfazione del paziente. Essa è il premio più grande e questo vale per ogni età. Grazie ai vantaggi dell’accesso Mininvasivo Anteriore il paziente giova di una minoreperditaematica, praticamente nessundolore muscolare, un brevericovero in clinica ed un rapidorecupero con il ritorno alle proprie attivitàquotidiane e hobbystiche.
Pratichiamo questa via chirurgica da dal 2003 con migliaia di pazientioperati con successo. Un percorso molto lungo e ricco di soddisfazioni che premia chi tra i primi a scelto come elettivo un accessochirurgicoanatomico e rispettoso dei motori muscolari dell’anca.
Spesso i pazienti chiedono quale sia la terapia di riabilitazione post-operatoriarelativa all’accesso anteriore mininvasivo e successivamente quali possano essere le attivà sportive compatibili o più semplicemente entro quali limiti si possa praticare del movimento.
Le caratteristiche peculiari dell’accesso mininvasivo anteriore, ovvero passare il tra i muscoli senza inciderli o staccarli, facilitano la ripresa del movimento poiché l’assenza di danno muscolare consente a tutti i muscoli dell’anca di partecipare attivamente alla ripresa del movimento senza ostacolarne il processo grazie all’assenza di dolore.
Approccio anteriore all’anca
Non sarà necessario limitare alcuni movimenti per evitare il rischio di lussazioni poiché grazie alla integrità di tutti i muscoli coinvolti nei movimenti dell’anca questo pericolo non esiste.
Inoltre la natura stessa dell’accesso, situato sul latoanteriore, previene questa evenienza poiché neimovimenti di flessione, ovvero quando ci si accuccia o ci si siede, l’escursione di movimento dell’anca volge verso i glutei, zona assolutamente non interessata dall’intervento.
Il passaggio anatomico inter-muscolare caratteristico della mininvasiva anteriore consente di lavorare sull’anca senza effettuare alcun distacco o incisione e ciò permette al paziente di poter contare sull’integrità dei motori muscolari, questo a vantaggio di tutti i movimenti e di attività sportive eventualmente praticate.
Il ritorno alla attività sportiva è una delle domande più frequenti dei pazienti e il desiderio di ritorno ad una specifica attività sportiva è oggi un fattore determinante nel decidere di sottoporsi all’intervento. La maggior parte dei pazienti ha indicato come principale spinta all’intervento il sollievo da un dolore divenuto asfissiante, ma sono molti quelli vedono il ritorno allo sport come motivazione primaria. Diversi studi hanno cercato di chiarire quali sport i pazienti possano riprendere più facilmente e quale sia il livello che possono essere in grado di ritrovare.
Andy Murray, qui in campo con serena Williams, ha subito un intervento di protesi all’anca nel 2019
Tra i vari sport praticati da pazienti operati ci sono anche attività ad alto impatto come jogging ad esempio ma sono anche molti i pazienti che hanno preferito passare a sport a minore impatto su consiglio di medici o fisioterapisti. Ultimamente uno degli sport precedentemente definiti ad alto impatto, il tennis, è stato invece rimosso da tale considerazione. Studi scientifici hanno dimostrato che giocare a tennis non mettere in pericolo la sopravvivenza dell’impianto e questo grazie anche alla sempre presenza in campo di giovani pazienti operati.
Jimmy Connors (ex n.1 del Tennis) gioca con una protesi d’anca
Il Tennis non agonistico specialmente nel doppio, non presenta particolari controindicazioni sia dal punto di vista degli spostamenti, che da quello del carico, in particolar modo quando è giocato sulla terra rossa. Nuovi sport della racchetta come il Padel ad esempio, essendo giocati su erba sintetica possono nascondere più insidie anche se giocati sempre in doppio. Ma tutto, in conclusione, dipende anche dal buon senso del giocatore.
Tornare allo sport dopo un intervento di protesi d’anca mininvasivo anteriore? Una prospettiva più che realizzabile visto quanto raccontano i nostri pazienti. Mantenersi in forma e tenere il peso sotto controllo con un’adeguata alimentazione sono la ricetta migliore quando hai la prospettiva di affrontare l’intervento. Al resto pensiamo noi.
Jack Nicklaus è un ex campione del mondo e designer di molti campi da golf in tutto il mondo. “The Golden Bear” aveva 23 anni quando nel 1963 si infortunò all’anca. Da allora si è sottoposto a una lunga sequenza di infiltrazioni al cortisone. Queste hanno contenuto il dolore abbastanza per consentirgli di diventare uno dei giocatori di maggior successo e importanti al mondo, ma nel tempo il tutto è degenerato in artrosi.
Jack ha continuato a giocare anche con la sua artrosi fino ad essere eletto Giocatore del Secolo e Giocatore del millennio da importanti riviste del settore. Ma alla fine il dolore ha avuto la meglio e lo ha costretto al ritiro avvenuto in occasione del British Open del 1998.
Nicklaus si è sottoposto all’intervento di protesi d’anca nel 1999 con la prospettiva di tornare al golf e il desiderio di continuare ad avere una vita attiva con moglie, figli e nipoti. E’ tornato sul campo da golf dopo un programma di riabilitazione aggressivo.
Nel 2005 ha giocato la suo ultimo British Open, il Master e ha portato in fine gli Stati Uniti alla vittoria della President’s Cup. E’ stato insignito della Presidential Medal of Freedom quello stesso anno. Ecco i consigli di Jack per coloro che potrebbero essere di fronte alla prospettiva di una protesi d’anca: “Fate tanto esercizio non importa esattamente quale, ma tenetevi in movimento. Penso che questo sia il senso, e se dovrete operarvi, sarete sicuramente più veloci a riabilitarvi”.
Il punto focale è riabilitarsi il prima possibile e per avere questa prospettiva l’intervento dovrà essere il meno invasivo possibile, cioè dovrà minimizzare i danni ai tessuti molli. La risposta è:
L’accesso mininvasivo anteriore all’anca
Quali sono i vantaggi offerti dall’accesso mini-invasivo anteriore?
Un più rapido recupero post operatorio poiché permette al chirurgo di lavorare tra i muscoli e i tessuti senza staccarli o tagliarli mantenendoli integri.
Minore dolore muscolare = immediata ripresa della funzionalità dell’articolazione
Aiuta a prevenire il rischio di lussazioniprotesiche mantenendo la nuova articolazione in sede proprio grazie alla conservazione integrale delle strutture muscolari.
Rende minore la perdita ematica intra-operatoria.
Perché scegliere l’accesso mininvasivo anteriore?
Perche è una via anatomica che sfrutta l’interstizio tra i muscoli sartorio e retto femorale (medialmente) ed il tensore della fascia lata (lateralmente) per accedere all’anca, senza inciderli o staccarli.
Passare tra i muscoli senza inciderli o staccarli
Ogni altro accesso chirurgico all’anca, laterale (freccia azzurra) o postero-laterale (freccia verde) necessita l’incisione o il distacco delle inserzioni muscolari.Un passaggio anatomico inter-muscolare consente invece a chi pratica la mininvasiva anteriore di lavorare sull’anca senza effettuare alcun distacco o incisione. Tutto questo grazie anche all’impiego di nuovi impianti protesici e strumentari specifici.
Il risultato è una immediata ripresa funzionale e la consapevolezza di avere al loro posto integre, tutte le strutture muscolo-tendinee dell’articolazione. Questo protegge il paziente dal rischio di lussazione insito negli interventi di artroprotesi d’anca e accelera di conseguenza il recupero post-operatorio.
Riprendere la vita di ogni giorno
Dopo ogni intervento chirurgico si apre una nuova fase per il paziente, quella che dal suo punto di vista diventa la più importante: la guarigione.
Ogni sforzo da parte del chirurgo è finalizzato al successo di questa ultima fase che rappresenta l’obbiettivo d’eccellenza che egli si prefigge prima di ogni atto chirurgico.
Migliaia di casi maturati in quasi vent’anni di esperienza contribuiscono oggi a fare dell’accesso mini-invasivo all’anca una scelta sempre più condivisa, sia da parte dei pazienti che dei chirurghi.
Per il Prof. Germano Cammarano ed il Prof. Marco de Peppo, la protesica d’anca con accesso mininvasivo anteriore è una realtà suffragata da migliaia di pazienti operati con successo.
Prima struttura in Italia a utilizzarla sin dal 2003
Prima struttura in Italia per numero di pazienti operati
Primo centro di riferimento in Italia dal 2003
Chirurgia mini invasiva, nuove tecnologie ed una grande esperienza maturata in tanti anni di casi comportano vantaggi concreti. Vieni a conoscerli di persona.
Il Dr Cammarano a sinistra, e il Dr De Peppo
Se disponete di immagini radiografiche delle vostre articolazioni potete inviarle alla nostra attenzione.
Se sono in formato tradizionale:
Per potercele fornire è sufficiente fotografarle appoggiandole ad una superficie luminosa, come per esempio lo schermo di un computer purché sia aperto su di una pagina bianca. Dopodiché inviate le foto digitali alla nostra mail:
Fare sport con una protesi d’anca migliora: forza muscolare, coordinazione, equilibrio, resistenza e propriocezione
Il Dr Cammarano a sinistra, e il Dr De Peppo
La sostituzione totale dell’anca è tra gli interventi di maggior successo della chirurgia ortopedica, ciòè stato documentato e pubblicato negli anni. Le aspettativedel paziente sono aumentate e con queste, quelle di molti pazienti giovani e attivi che si pongono come obiettivo quello di riprendere le proprie attività sportive.
Diversi studi hanno dimostrato che gli atleti possono andare incontro ad artrosi dell’anca con maggiore incidenza rispetto al normale e negli ultimi anni diversi nomi sono venuti alla ribalta per aver subito un intervento anche in corso di carriera. Alcuni esempi sono i tennisti Andy Murray ed uno dei fratelli Brian, Bob.
I fratelli Bryan, campioni di doppio
I vantaggi di una pratica sportiva successiva ad una artroprotesi d’anca sono innegabili. Oltre alla soddisfazione psicologica che i pazienti traggono dal tornare a praticare una attività sportiva, ci sono i vantaggi di una maggiore forza muscolare, coordinazione, equilibrio, resistenza e propriocezione.
Il che contribuisce a un migliore controllo del corpo e può evitare lesioni da cadute ed altri traumi minori cui possono incorrere pazienti meno attivi.
Una moderata attività di Jogging non è incompatibile con una protesi d’anca
Concludendo, è sorprendente notare che anche individui che erano relativamente sedentari prima dell’intervento a volte iniziano a fare sport proprio dopo quest’ultimo.
La protesi d’anca mininvasiva anteriore
Approccio anteriore all’anca
L’approccio anteriore è l’unico accesso chirurgico a non coinvolgere le strutture muscolari. Studi basati su risonanza magnetica hanno dimostrato che dopo l’approccio anteriore, il danno muscolare o la sua degenerazione, sono inesistenti al confronto con accessi chirurgici tradizionali.
Di pari passo prosegue la ricerca sui materiali con l’introduzione di leghe metalliche bio-compatibili più performanti e progressi nella preparazione, sterilizzazione e stoccaggio dei polietileni hanno ridotto in modo significativo i tassi di usura.
Gli inserti in ceramica hanno anche dimostrato tassi di usura veramente bassi ma occorre tenere in considerazione i rischi in caso di forte impatto su questo tipo di materiale di per sé molto rigido.
Si potrebbe parlare di una nuova tendenza ma semplicemente sono sempre più giovani i pazienti che si sottopongono all’intervento di protesi d’anca mininvasiva anteriore. Questo grazie al grande follow-up che vede la protesi d’anca in cima agli interventi di maggior beneficio per il paziente che soffre di artrosi.
Si ritiene infatti che la protesi d’anca sia in assoluto l’intervento di maggior successo tra tutti gli interventi ortopedici negli ultimi trent’anni. Sono migliaia i pazienti operaio ogni anno e grazie a nuovi materiali e strumentari dedicati agli accessi chirurgici mininvasivi, i tempi di recupero ed il ritorno alla vita quotidiana sono paragonabili a quelli convenzionali.
Scegliere quindi di ritornare al movimento o fare sport è una naturale tendenza o prerogativa di quest’ultima generazione di pazienti. Vedere per credere…