Protesidanca.net | Dr Cammarano & Dr De Peppo | Quanto durano e come sono fatte le protesi?

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Come è fatta una protesi d’anca?

In una sostituzione totale dell’anca, sia parte del femore che l’acetabolo del paziente vengono sostituiti con impianti protesici. In particolare, uno stelo in titanio viene inserito nel canale femorale appositamente preparato.

Attaccato al collo di questo stelo c’è è una sfera in metallo o in ceramica che sostituisce la testa originale del paziente. Questa sfera articolerà in un cuscinetto (chiamato anche inserto) in polietilene ad alta reticolazione o in ceramica a sua volta ancorato meccanicamente ad un involucro semi sferico sempre in titanio, detto cotile o coppa protesica. Questo involucro è inserito al bacino e completarà la nuova articolazione del paziente. 

Grazie ai progressi degli ultimi 30 anni, diversi tipi di materiali da impianto sono stati utilizzati e studiati, assieme anche a nuove procedure chirurgiche e strumentari sempre più evoluti. Ciò consente oggi al chirurgo soluzioni adeguate all’età del paziente e al suo stile di vita.

Fissazione dell’impianto all’osso

Oltre ai materiali relativi agli accoppiamenti testa / inserto acetabolare il chirurgo deve decidere se ancorare la protesi femorale all’osso utilizzando del cemento chirurgico o lasciare che sia l’osso con la sua attività di osteintegrazione a stabilizzare l’impianto ad esso.

Nel primo caso lo stelo femorale è in acciaio e piuttosto liscio, a volte lucidato a specchio. Nel secondo caso lo stelo è in titanio e può avere un’aspetto retto o “assomigliare” al canale femorale copiandone la forma. Questi ultimi sono detti “steli anatomici”.

Qui sopra una artroprotesi d’anca non cementata con stelo anatomico e cotile con inserto in polietilene.

Quanto dura un protesi d’anca?

Molti sono pazienti che ci rivolgono questa domanda. Non c’è una durata specifica sugli impianti, una sorta di “scadenza“. C’è da sottolineare però che negli ultimi 20 anni nuovi materiali soprattutto per quello che riguarda ceramiche e polietileni, hanno spostato questo limite oltre ogni previsione.

Quindi nella prospettiva di affrontare un intervento non c’è più da porsi la questione di quanto duri la protesi ma soprattutto, molto più importante, quella di poter riprendere il più rapidamente possibile il movimento in modo da poter garantire alla protesi un adeguato sostegno osseo, sempre.

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Approccio anteriore all’anca

Protesidanca.net | La Mininvasiva Anteriore a Roma dal 2003 | Quanto dura e com’è fatta una protesi d’anca?

Come è fatta una protesi d’anca?

In una sostituzione totale dell’anca, sia parte del femore che dell’acetabolo del paziente vengono sostituiti con impianti protesici. In particolare, uno stelo in titanio viene inserito nel canale femorale appositamente preparato.

Ancorata conometricamente al collo di questo stelo c’è è una sfera in metallo o in ceramica che sostituisce la testa originale del paziente. Questa sfera articolerà in un cuscinetto (chiamato anche inserto) in polietilene ad alta reticolazione o in ceramica a sua volta ancorato meccanicamente ad un involucro semi sferico sempre in titanio, detto cotile o coppa protesica. Anche il cotile, analogamente al femore, viene preparato con apposite frese sferiche progressive. Una volta raggiunta la dimensione giusta per il paziente, si impianta la relativa componente protesica nella cavità prepara che completerà la nuova articolazione del paziente. 

Grazie ai progressi degli ultimi 30 anni, diversi tipi di materiali da impianto sono stati utilizzati e studiati, assieme anche a nuove procedure chirurgiche e strumentari sempre più evoluti. Ciò consente oggi al chirurgo soluzioni adeguate all’età del paziente e al suo stile di vita.

Fissazione dell’impianto all’osso

Oltre ai materiali relativi agli accoppiamenti testa / inserto acetabolare il chirurgo deve decidere se ancorare la protesi femorale all’osso utilizzando del cemento chirurgico o lasciare che sia l’osso con la sua attività di osteintegrazione a stabilizzare l’impianto ad esso.

Nel primo caso lo stelo femorale è in acciaio e piuttosto liscio, a volte lucidato a specchio. Nel secondo caso lo stelo è in titanio e può avere un’aspetto retto o “assomigliare” al canale femorale copiandone la forma. Questi ultimi sono detti “steli anatomici”.

Qui sopra una artroprotesi d’anca non cementata con stelo anatomico e cotile con inserto in polietilene.

Quanto dura un protesi d’anca?

Molti sono pazienti che ci rivolgono questa domanda. Non c’è una durata specifica sugli impianti, una sorta di “scadenza“. C’è da sottolineare però che negli ultimi 20 anni nuovi materiali soprattutto per quello che riguarda ceramiche e polietileni, hanno spostato questo limite oltre ogni previsione.

Quindi nella prospettiva di affrontare un intervento non c’è più da porsi la questione di quanto duri la protesi ma soprattutto, molto più importante, quella di poter riprendere il più rapidamente possibile il movimento.

Approccio anteriore all’anca

Spesso i pazienti chiedono quale sia la terapia di riabilitazione post-operatoriarelativa all’accesso anteriore mininvasivo e successivamente quali possano essere le attivà sportive compatibili o più semplicemente entro quali limiti si possa praticare del movimento.

Le caratteristiche peculiari dell’accesso mininvasivo anteriore, ovvero passare il tra i muscoli senza inciderli o staccarli, facilitano la ripresa del movimento poiché l’assenza di danno muscolare consente a tutti i muscoli  dell’anca di partecipare attivamente alla ripresa del movimento senza ostacolarne il processo grazie all’assenza di dolore.

Se disponete di immagini radiografiche delle vostre articolazioni potete inviarle alla nostra attenzione.
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Se sono in formato tradizionale:

Per potercele fornire è sufficiente fotografarle appoggiandole ad una superficie luminosa, come per esempio lo schermo di un computer purché sia aperto su di una pagina bianca. Dopodiché inviate le foto digitali alla nostra mail:

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Se sono in formato digitale:

Potete semplicemente allegarle sempre alla nostra mail:

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Noi valuteremo il vostro caso e vi risponderemo con un consulto nel più breve tempo possibile.
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Approccio anteriore all’anca

Protesi d’anca | Cos’è la doppia mobilità?

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Nel corso degli ultimi anni l’evoluzione dei materiali le nuove tecnologie assieme ai nuovi accessi chirurgici mininvasivi hanno fatto grandi passi in avanti mettendo a disposizione del paziente e del chirurgo nuove soluzioni.

Approccio anteriore all’anca

Uno degli argomenti più trattati dalla comunità scientifica è il sistema di accoppiamento protesico tra femore e acetabolo. Così come avviene per l’osso con l’artrosi, anche per la protesi d’anca il punto sottoposto a maggiore stress meccanico è proprio tra le due superfici di contatto della testa del femore e della cavità acetabolare.

Depuy Hip Replacement

Il consumo precoce delle componenti di sostituzione protesica è da sempre il pericolo numero uno e la ricerca di nuovi materiali e soluzioni rappresenta l’arma per combatterlo. La scienza che si occupa di questo problema, ovvero dello studio degli attriti, è la tribologia.

Quindi le soluzioni di cui si occupa rappresentano i materiali e i sistemi di accoppiamento a disposizione del chirurgo relativamente alla protesi d’anca che sta utilizzando. Attualmente vengono utilizzate principalmente tre tipi di soluzioni.

Ceramica con polietilene

In questo tipo di accoppiamento la testa è in ceramica e l’inserto (cioè il materiale d’attrito che riveste l’interno della protesi acetabolare) è in polietilene di ultima generazione. Negli anni si sono succedute diverse generazioni di polietilene in quanto le prime mostravano segni di usura precoce. Grazie ai nuovi sistemi di sterilizzazione e a nuovi polietileni ad alta reticolazione oggi questa soluzione offre standard qualitativi elevatissimi ed è il sistema di accoppiamento più utilizzato rispetto alla media. Le proprietà plastiche del polietilene fanno anche sì che si possano costruire inserti con protezioni contro la lussazione involontaria della protesi.

Ceramica con ceramica

In questo tipo di accoppiamento, oltre la testa anche l’inserto è in ceramica, cioè dello stesso materiale della testa. Si utilizza generalmente per pazienti giovani in quanto la resistenza all’attrito è molto elevata grazie al bassissimo coefficiente di usura della ceramica. Questo tipo di materiale però non consente la produzione di inserti anti-lussanti come nel caso del polietilene.

Doppia mobilità

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Ultimamente è stato ripreso in considerazione un sistema di doppia articolazione che non è nuovo presso la comunità scientifica ma grazie a nuovi materiali sta vivendo una nuova giovinezza. Si tratta di un sistema a doppia mobilità che funziona attraverso la doppia articolazione che si viene a formare tra la testa e una grande cupola e tra quest’ultima e la coppa acetabolare. È un ottimo sistema da utilizzare su pazienti anziani e/o tendenti alla lussazione non volontaria ovvero che hanno delle articolazioni poco resistenti dal punto di vista muscolare.

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Questa sorta di doppia articolazione ovvero di doppia mobilità amplifica l’escursione di movimento della protesi riducendone le possibilità di lussazione. Da considerare concludendo, che l’inserto utilizzato per questo particolare tipo di accoppiamento è in cromo cobalto. La cronaca del settore ultimamente, riguardo a questo tipo di metallo, è stata un po’ critica in quanto si sono verificati casi di rilascio di ioni metallici provenienti da questo tipo di acciaio, all’interno dell’organismo.

Il Dr Cammarano ed il Dr De Peppo | La protesi d’anca mini invasiva anteriore a Roma dal 2003

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Approccio anteriore all’anca

Protesi d’anca mininvasiva anteriore | Quanto durano e come sono fatte le protesi?

Come è fatta una protesi d’anca?

In una sostituzione totale dell’anca, sia parte del femore che l’acetabolo del paziente vengono sostituiti con impianti protesici. In particolare, uno stelo in titanio viene inserito nel canale femorale appositamente preparato.

Attaccato al collo di questo stelo c’è è una sfera in metallo o in ceramica che sostituisce la testa originale del paziente. Questa sfera articolerà in un cuscinetto (chiamato anche inserto) in polietilene ad alta reticolazione o in ceramica a sua volta ancorato meccanicamente ad un involucro semi sferico sempre in titanio, detto cotile o coppa protesica. Questo involucro è inserito al bacino e completarà la nuova articolazione del paziente. 

Grazie ai progressi degli ultimi 30 anni, diversi tipi di materiali da impianto sono stati utilizzati e studiati, assieme anche a nuove procedure chirurgiche e strumentari sempre più evoluti. Ciò consente oggi al chirurgo soluzioni adeguate all’età del paziente e al suo stile di vita.

Fissazione dell’impianto all’osso

Oltre ai materiali relativi agli accoppiamenti testa / inserto acetabolare il chirurgo deve decidere se ancorare la protesi femorale all’osso utilizzando del cemento chirurgico o lasciare che sia l’osso con la sua attività di osteintegrazione a stabilizzare l’impianto ad esso.

Nel primo caso lo stelo femorale è in acciaio e piuttosto liscio, a volte lucidato a specchio. Nel secondo caso lo stelo è in titanio e può avere un’aspetto retto o “assomigliare” al canale femorale copiandone la forma. Questi ultimi sono detti “steli anatomici”.

Qui sopra una artroprotesi d’anca non cementata con stelo anatomico e cotile con inserto in polietilene.

Quanto dura un protesi d’anca?

Molti sono pazienti che ci rivolgono questa domanda. Non c’è una durata specifica sugli impianti, una sorta di “scadenza“. C’è da sottolineare però che negli ultimi 20 anni nuovi materiali soprattutto per quello che riguarda ceramiche e polietileni, hanno spostato questo limite oltre ogni previsione.

Quindi nella prospettiva di affrontare un intervento non c’è più da porsi la questione di quanto duri la protesi ma soprattutto, molto più importante, quella di poter riprendere il più rapidamente possibile il movimento.

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In alternativa potete riempire il form alla pagina dei contatti per essere richiamati.

Quali “tipi” o “modelli” di protesi d’anca esistono?

L’intervento di sostituzione dell’anca (artroprotesi d’anca) è stato definito come una delle più significative innovazioni della medicina degli ultimi 40 anni. Ha aiutato milioni di persone a superare l’artrosi dolorosa, recuperare velocemente da traumi dell’anca e migliorare la qualità della vita.

Nuovi materialinuovi approcci chirurgici mini invasivi e protocolli di riabilitazione più efficaci offrono ai pazienti un futuro più attivo ed un ritorno rapido alla vita quotidiana.

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Approccio anteriore all’anca

L’intervento di protesi d’anca non deve pregiudicare la pratica di attività sportive, al contrario, tornare in movimento deve ripristinare il corretto funzionamento dei motori muscolari da tempo meno tonici a causa del dolore.

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Artroprotesi totale dell’anca

 

Con la sostituzione totale dell’anca (artroprotesi totale) viene sostituita l’intera articolazione dell’anca, cioè la cavità acetabolare e la parte superiore del femore comprendente testa e collo. Questo tipo di intervento si esegue per artrosi(degenerazione della cartilagine dell’intera articolazione dell’anca) o per fratture dell’anca su pazienti giovani o comunque attivi. La protesi utilizzata è di conseguenza composta da 4 elementi: Stelo (in titanio), Testa (ceramica), Cotile (titanio), Inserto (polietilene)

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Artroprotesi totale d’anca

 

Nella sostituzione parziale (endoprotesi) viene sostituito con la protesi solo la parte prossimale del femore (testa e collo) lasciando intatto l’acetabolo. Questa procedura viene utilizzata solo per pazienti anziani o poco attivi con particolari patologie debilitanti dove è richiesto un intervento meno massivo.  L’impianto quindi sarà composto solo da stelo (acciaio), testa (acciaio) e una cupola (acciaio fuori e polietilene dentro) che articola su quest’ultima.

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Impianto per endoprotesi d’anca

 

Con queste due tipologie di impianto si copre la stragrande maggioranza degli interventi all’anca. L’unica eccezione riguarda la protesi cementata. Essa è generalmente utilizzata quasi esclusivamente sulle endoprotesi o protesi parziali (vedi sopra), consiste nel poter cementare lo stelo protesico femorale (in acciaio anziché in titanio in questo caso) direttamente nel femore. Ciò consente l’immediata stabilità dello stelo che viene bloccato dal cemento all’interno dell’osso.

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Stelo femorale da cementare

Non è quindi necessario attendere la presa ossea biologica (osteointegrazione) come avviene per gli steli in titanio tradizionali, ciò consente al paziente di deambulare immediatamente. Si usa per lo più su pazienti anziani poco attivi e con scarsa qualità dell’osso cosi da poterli rimettere in movimento rapidamente evitando complicazioni legate alla degenza.

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La doppia mobilità e gli altri accoppiamenti nella protesi d’anca

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Cotile a doppia mobilità

Molte persone ci chiedono informazioni su sistemi di accoppiamento nella protesi d’anca. Uno di questi è la doppia mobilità.

Nel corso degli ultimi anni l’evoluzione dei materiali, le nuove tecnologie ed i nuovi accessi chirurgici mini invasivi, hanno fatto grandi passi in avanti mettendo a disposizione del paziente e del chirurgo nuove soluzioni.

Uno degli argomenti più trattati dalla comunità scientifica è il sistema di accoppiamento protesico tra femore e acetabolo. Così come avviene per l’osso, anche per la protesi d’anca il punto sottoposto a maggiore stress meccanico è proprio tra le due superfici di contatto della testa del femore e della cavità acetabolare.

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Artrosi dell’anca

Il consumo precoce delle componenti di sostituzione protesica è da sempre il pericolo numero uno e la ricerca di nuovi materiali e soluzioni rappresenta l’arma per combatterlo.

La scienza che si occupa di questo problema, ovvero dello studio degli attriti, è la tribologia. Quindi le soluzioni di cui si occupa rappresentano i materiali e i sistemi di accoppiamento a disposizione del chirurgo relativamente alla protesi d’anca che sta utilizzando. Attualmente vengono utilizzate principalmente tre tipi di soluzioni.

Ceramica con polietilene

trident-showing-poly.jpgIn questo tipo di accoppiamento la testa è in ceramica e l’inserto (cioè il materiale che riveste l’interno del cotile protesico) è in polietilene di ultima generazione. Negli anni si sono succedute diverse generazioni di polietilene in quanto le prime mostravano segni di usura precoce.

Grazie ai nuovi sistemi di sterilizzazione e a nuovi polietileni ad alta reticolazione oggi questa soluzione offre standard qualitativi elevatissimi ed è il sistema di accoppiamento più utilizzato rispetto alla media, soprattutto per pazienti sportivi. Le proprietà plastiche del polietilene fanno anche sì che si possano costruire inserti con protezioni contro la lussazione involontaria della protesi.

Ceramica con ceramica

774XLfit_Acetabular_CupIn questo tipo di accoppiamento, oltre la testa anche l’inserto è in ceramica, cioè dello stesso materiale della testa. Si utilizza generalmente per pazienti giovani in quanto la resistenza all’attrito è molto elevata grazie al bassissimo coefficiente di usura della ceramica. Questo tipo di materiale però non consente la produzione di inserti anti-lussanti come nel caso del polietilene.

Doppia mobilità

 

5oowcbnrUltimamente è stato ripreso in considerazione un sistema di doppia articolazione che non è nuovo presso la comunità scientifica ma grazie a nuovi materiali sta vivendo una nuova giovinezza. Si tratta di un sistema a doppia mobilità che funziona attraverso la doppia articolazione che si viene a formare tra la testa e una grande cupola e tra quest’ultima e la coppa acetabolare.

Schermata 2019-08-31 alle 10.33.05È un ottimo sistema da utilizzare su pazienti anziani e/o tendenti alla lussazione non volontaria ovvero che hanno delle articolazioni poco resistenti dal punto di vista muscolare. Questa sorta di doppia articolazione ovvero di doppia mobilità amplifica l’escursione di movimento della protesi riducendone le possibilità di lussazione.



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Protesidanca.net | Meglio Ceramica o Polietilene?

Nella ormai lunga storia della protesi d’anca, le discussioni su forme o dimensioni degli impianti sono state abbondantemente superate da quelle sui materiali di attrito. Un argomento delicato che viene definito dal termine: tribologia.

La tribologia è la scienza che studia l’attrito, la lubrificazione e l’usura, ovvero tutti i problemi che possono presentarsi tra superfici che interagiscono e sono sottoposte a carico.

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I materiali oggi in uso sono di tre tipi: polietilene, ceramica, metallo. L’ormai lunghissimo follow-up che gli impianti di protesi d’anca hanno raggiunto fin dagli anni ’50 del ‘900, hanno dato come risultato il vasto utilizzo del polietilene, seguito dalla ceramica e infine dal metallo.

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Sulle protesi da rivestimento metallo su metallo (MOM) bisognerebbe aprire un capitolo a parte di cui abbiamo accennato qualcosa in un nostro precedente post. Tempo fa sono balzati alle cronache numerosi pazienti positivi alla metallosi come risultanza dell’attrito tra le due superfici del cotile e della testa entrambe in acciaio levigato.

Molte case produttrici hanno cessato di conseguenza la produzione di queste componenti che sono ora disponibili solo presso alcune ditte specializzate in questo particolare tipo di impianto. Per informarsi sullo stato della questione il ministero della sanità ha emesso una nota consultabile qui.

Perciò che riguarda la ceramica, essa è spesso prediletta per i pazienti molto giovani, ma si deve notare un forte recupero del polietilene. Recentemente, infatti, l’uso di questo polimero è stato intensificato grazie all’introduzione di polietileni sempre più resistenti a seconda delle lavorazioni cui vengono sottoposti.

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Cotile con inserto in polietilene

Il tallone d’Achille del polietilene è sempre stato il rischio di usura precoce ma negli ultimi anni siamo stati testimoni del successo di polietileni di ultima generazione che hanno raggiunto anche i 10 anni di follow-up.

Ciò potrebbe rimetterli al primo posto nella scelta del chirurgo anche per pazienti giovani e soprattutto sportivi, dato il superiore potere elastico e di assorbimento degli urti che questo materiale ha per natura.

Per saperne di più non esitate a contattarci saremo lieti di fornirvi tutte le informazioni necessarie a soddisfare le vostre richieste.

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Tribologia | Ceramica o polietilene?

Nella ormai lunga storia della protesi d’anca, le discussioni su forme o dimensioni degli impianti sono state abbondantemente superate da quelle sui materiali di attrito. Un argomento delicato che viene definito dal termine: tribologia.

La tribologia è la scienza che studia l’attrito, la lubrificazione e l’usura, ovvero tutti i problemi che possono presentarsi tra superfici che interagiscono e sono sottoposte a carico.

Hip_replacement_implant_longevity_-_Ceramic_on_ceramic

I materiali oggi in uso sono di tre tipi: polietilene, ceramica, metallo. L’ormai lunghissimo follow-up che gli impianti di protesi d’anca hanno raggiunto fin dalla metà del ‘900, hanno dato come risultato il vasto utilizzo del polietilene, seguito dalla ceramica e infine dal metallo.

Su quest’ultimo bisognerebbe aprire un capitolo a parte di cui abbiamo accennato qualcosa in un nostro precedente post. Perciò che riguarda la ceramica, essa è spesso prediletta per i pazienti molto giovani, ma si deve notare un forte recupero del polietilene.

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Recentemente, infatti, l’uso di questo polimero è stato intensificato grazie all’introduzione di polietileni sempre più resistenti a seconda delle lavorazioni cui vengono sottoposti.

Il tallone d’Achille del polietilene è sempre stato il rischio di usura precoce ma negli ultimi anni siamo stati testimoni del successo di polietileni di ultima generazione che hanno raggiunto anche i 10 anni di follow-up.

Ciò potrebbe rimetterli al primo posto nella scelta del chirurgo anche per pazienti giovani e soprattutto sportivi, dato il superiore potere elastico e di assorbimento degli urti che questo materiale ha per natura.


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Protesidanca.net | La doppia mobilità e gli altri accoppiamenti nella protesi d’anca

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Nel corso degli ultimi anni l’evoluzione dei materiali le nuove tecnologie assieme ai nuovi accessi chirurgici mininvasivi hanno fatto grandi passi in avanti mettendo a disposizione del paziente e del chirurgo nuove soluzioni.

Approccio anteriore all’anca

Uno degli argomenti più trattati dalla comunità scientifica è il sistema di accoppiamento protesico tra femore e acetabolo. Così come avviene per l’osso con l’artrosi, anche per la protesi d’anca il punto sottoposto a maggiore stress meccanico è proprio tra le due superfici di contatto della testa del femore e della cavità acetabolare.

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Il consumo precoce delle componenti di sostituzione protesica è da sempre il pericolo numero uno e la ricerca di nuovi materiali e soluzioni rappresenta l’arma per combatterlo. La scienza che si occupa di questo problema, ovvero dello studio degli attriti, è la tribologia.

Quindi le soluzioni di cui si occupa rappresentano i materiali e i sistemi di accoppiamento a disposizione del chirurgo relativamente alla protesi d’anca che sta utilizzando. Attualmente vengono utilizzate principalmente tre tipi di soluzioni.

Ceramica con polietilene

In questo tipo di accoppiamento la testa è in ceramica e l’inserto (cioè il materiale d’attrito che riveste l’interno della protesi acetabolare) è in polietilene di ultima generazione. Negli anni si sono succedute diverse generazioni di polietilene in quanto le prime mostravano segni di usura precoce. Grazie ai nuovi sistemi di sterilizzazione e a nuovi polietileni ad alta reticolazione oggi questa soluzione offre standard qualitativi elevatissimi ed è il sistema di accoppiamento più utilizzato rispetto alla media. Le proprietà plastiche del polietilene fanno anche sì che si possano costruire inserti con protezioni contro la lussazione involontaria della protesi.

Ceramica con ceramica

In questo tipo di accoppiamento, oltre la testa anche l’inserto è in ceramica, cioè dello stesso materiale della testa. Si utilizza generalmente per pazienti giovani in quanto la resistenza all’attrito è molto elevata grazie al bassissimo coefficiente di usura della ceramica. Questo tipo di materiale però non consente la produzione di inserti anti-lussanti come nel caso del polietilene.

Doppia mobilità

MBH_Product_Hip-d257476fbd64129b20653a0770b0111e9c8354f3f35ce8a192bc580f719e7546

Ultimamente è stato ripreso in considerazione un sistema di doppia articolazione che non è nuovo presso la comunità scientifica ma grazie a nuovi materiali sta vivendo una nuova giovinezza. Si tratta di un sistema a doppia mobilità che funziona attraverso la doppia articolazione che si viene a formare tra la testa e una grande cupola e tra quest’ultima e la coppa acetabolare. È un ottimo sistema da utilizzare su pazienti anziani e/o tendenti alla lussazione non volontaria ovvero che hanno delle articolazioni poco resistenti dal punto di vista muscolare.

Schermata 2016-06-05 alle 10.41.57

Questa sorta di doppia articolazione ovvero di doppia mobilità amplifica l’escursione di movimento della protesi riducendone le possibilità di lussazione. Da considerare concludendo, che l’inserto utilizzato per questo particolare tipo di accoppiamento è in cromo cobalto. La cronaca del settore ultimamente, riguardo a questo tipo di metallo, è stata un po’ critica in quanto si sono verificati casi di rilascio di ioni metallici provenienti da questo tipo di acciaio, all’interno dell’organismo.

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Impianti | Quali tipi di intervento all’anca e quali protesi?

L’intervento di sostituzione dell’anca (artroprotesi d’anca) è stato definito come una delle più significative innovazioni della medicina degli ultimi 40 anni. Ha aiutato milioni di persone a superare l’artrosi dolorosa, recuperare da fratture dell’anca e migliorare la qualità della vita. Tuttavia, le protesi d’anca non sono esenti da rischi o complicazioni come d’altra parte non lo è qualsiasi altro tipo di chirurgia importante.

Protesi totale d’anca (Acetabolo, testa e collo del femore vengono protesizzati)

 

Ci sono tre tipi di intervento chirurgico di sostituzione dell’anca. Con la sostituzione totale dell’anca (artroprotesi) viene sostituita l’intera articolazione dell’anca (acetabolo e femorale prossimale (testa e collo). Nella sostituzione parziale (endoprotesi) viene sostituito solo il femore prossimale (testa e collo) lasciando intatto l’acetabolo. Questa procedura viene utilizzata solo per pazienti anziani o con particolari patologie debilitanti dove è richiesto un intervento meno massivo.  Nella protesi di rivestimento, viene sostituito l’acetabolo ma la testa resta al suo posto e viene sagomata in modo da ricevere un rivestimento sferico di metallo di grande diametro che articolerà nell’acetabolo anch’esso metallico.

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Protesi da rivestimento metallo-metallo soggetta al rischio di metallosi

Occorre ricordare che recenti studi mostrano che le protesi metallo su metallo hanno un maggiore rischio di fallimento precoce poiché le particelle metalliche rilasciate dagli impianti possono infiltrare i tessuti e provocare la mobilizzazione dell’impianto. Note aziende produttrici di protesi sono oggi alle prese con azioni di risarcimento a pazienti con questo problema.